Parlare di Final Fantasy significa parlare della storia dei videogiochi, una “fantasia” nata ormai più di trent’anni fa e che doveva essere “finale” per la casa Square (oggi Square-Enix) e che invece ha lanciato la società nell’olimpo dell’industria videoludica. Oggi ci ritroviamo a parlare dell’ultima iterazione di questa saga, che negli ultimi anni sta confezionando titoli validi ma che lasciano i fan alquanto divisi, Final Fantasy XV, nella versione Royal Edition per PS4 e Xbox One, contenente tutti i DLC usciti finora dedicati agli amici di Noctis ed una seziona completamente nuova nell’ultima parte di gioco, il tutto ad un prezzo budget perfetto per chi vuole conoscere questa nuova fantasia finale.
Premessa
Final Fantasy XV nasce da uno sviluppo durato almeno dieci anni, considerando vari stop e ripartenze, in quanto inizialmente doveva chiamarsi Final Fantasy Versus XIII e doveva essere un titolo differente per stile e meccaniche alla Fabula Nova Cristallis, cioè l’universo creato con Final Fantasy XIII, ma facendone parte per la mitologia presente. Questo status caotico dei lavori ha portato a diversi cambiamenti di sceneggiatura e di gameplay, dovuti soprattutto al cambio in comando dallo storico director Tetsuya Nomura (nonché ideatore di Kingdom Hearts) ad Hajime Tabata, che, nonostante i pronostici a sfavore, è riuscito a concludere lo sviluppo del gioco in maniera più che dignitosa. Questa premessa è necessaria al fine di capire che Final Fantasy XV presenta sicuramente delle discontinuità all’interno del mondo di gioco ma che allo stesso tempo, tenendo conto dei difetti, danno quel tocco di originalità rispetto agli altri titoli della saga RPG più famosa al mondo. Tra i vari motivi della lunga gestazione del prodotto è stata la volontà di creare un engine propretario, il Luminous engine, che ha creato notevoli problemi e che tutt'ora risulta traballante nelle situazioni più concitate.
TRAMA
Per comprendere bene i retroscena e alcuni personaggi di questo mondo è altamente consigliata la visione del film Final Fantasy XV: Kingslaive, in cui vediamo la conquista di vari territori da parte dell’Impero di Niflheim a danno del Regno di Lucis, lasciandone solo la capitale Insomnia e obbligando il re Regis di Lucis a far sposare il proprio erede Noctis con la figlia di un altro regno sottomesso, Lunafreya. Dopo diversi avvenimenti, nella scena post titoli di coda vediamo l’incipit della nostra avventura video ludica, ovvero Noctis e i suoi amici in una stazione di servizio durante il viaggio verso il luogo del matrimonio, la città di Altissia.
Qui i nostri eroi verranno a conoscenza del tradimento dell’Impero di Neflheim durante una cerimonia di tregua nella capitale di Lucis, con lo scopo di appropriarsi del Cristallo, e della morte del padre di Noctis, Re Regis e della sua promessa Lunafreya. Entrati in contatto con il generale Cor Leonis, inizia per Noctis il suo lungo viaggio alla ricerca delle armi ancestrali dei suoi antenati per salvare il Cristallo e reclamare il suo diritto al trono, grazie anche al fondamentale aiuto dei suoi amici: Ignis, Prompto e Gladiolus.
Fin qui niente di strano, ma la storia a causa dei problemi sopracitati presenta qualche buco di sceneggiatura e risulta altalenante a causa del cambio di passo del titolo, perché se per una buona metà del titolo avremo un’impostazione open world (anche se limitato) e quindi lo sviluppo degli eventi lo potremo gestire noi, dalla seconda il gioco ci porterà ad uno sviluppo fin troppo lineare, quasi a spingerci a finire il titolo.
Però se da un lato la sceneggiatura risulta incompleta e/o frammentaria, uno degli aspetti che sicuramente verranno ricordati con maggiore entusiasmo e affetto è la caratterizzazione dell’amicizia tra il gruppetto di amici. Se alla loro presentazione tutti pensarono ad una sorta di boyband nipponica, con l’uscita del titolo si è capito come questo gruppo di amici rimarrà nelle nostri menti e come canone per i futuri titoli di Final Fantasy, poiché trasmettono quel senso di amicizia puro in qualsiasi frangente, dai dialoghi alle animazioni dei combattimenti, tra qualche pacca o spinta goliardica che faranno capire il legami inscindibile tra di loro. Un’ultima nota di merito va all’antagonista che raggiunge i livelli di alcuni nemici memorabili della saga, anche se lo spazio a lui dedicato è inferiore rispetto alle aspettative create dai trailers.
ESPLORAZIONE E COMBAT SYSTEM
Adesso andiamo ad analizzare i due aspetti principali del gameplay: l’esplorazione e il combat system.
Il mondo di Eos è, a detta degli sviluppatori, un mondo più vicino al nostro, perché insieme a robot o a fortezze volanti, troviamo delle semplici stazioni di servizio, automobili e televisori, ma anche un ecosistema realistico con foreste e montagne ben realizzate, grazie al tutto sommato non perfetto engine Luminous (creato appositamente per questo gioco). I nostri eroi si muoveranno tra le non numerose città presenti nel gioco, che oltre ad una buona caratterizzazione, presentano una notevole vitalità degli abitanti, che spesso durante alcune conversazioni private potremo cogliere dei dettagli interessanti sia sui personaggi che sul mondo. Invece al di fuori delle città, potremo muoverci decidendo noi la libertà di esplorazione, perché potremo scegliere tra i chocobo o la macchina di famiglia, la Regalia. Le differenze sono sostanziali mentre con i chocobo potremo esplorare liberamente le varie zone, entrando ad esempio nelle foreste, correndo il rischio di incappare in qualche raid dei nemici (sia di giorno che di notte), con la Regalia l’esplorazione è più lineare, quasi a dire al giocatore rilassati e ammira il mondo che abbiamo creato per te. Infatti potremo scegliere se guidare in prima persona lungo le strade oppure lasciare il compito al nostro fidato amico Ignis, dilettarci nell’osservare il mondo magari anche fotografandolo, tramite l’apposita modalità, senza correre il rischio di essere attaccati da alcun mostro tranne di notte, momento in cui le strade e il resto del mondo si riempie di mostri. Tra una città e un dungeon potremo imbarcarci nelle diverse quest secondarie, dall’eliminazione di mostri particolari (un po’ come avviene in Xenoblade) alla ricerca di qualche oggetto in particolare.
Il combat system è stato pensato come un’evoluzione del sistema presente in Kingdom Hearts, inoltre potremo passare da un personaggio all’altro creando noi gli attacchi di gruppo. Ogni compagno di avventura possiede un’arma principale ed una secondaria con abilità uniche, mentre Noctis potrà usufruire di quattro slot per poter scegliere il set di armi migliori per voi tra le tante possibili. Alcune scelte risultano discutibili come rilegare alla trama le summon oppure l’utilizzo delle magie come granate, poiché dovremo riempire delle ampolle con dei flussi magici che potremo mescolare creando magie sempre più potenti ma correndo il rischio di colpire i nostri stessi compagni, in quanto è presente una sorta di fuoco amico. Col tempo queste meccaniche potranno essere interiorizzate e padroneggiate, ma il vero difetto di questo gameplay è la telecamera che non riesce a stare dietro all’azione, causando almeno a chi scrive un po’ di confusione.
In Conclusione
Final Fantasy XV non sarà sicuramente il migliore della saga ma neanche il peggiore perché, nonostante la trama lacunosa e in parte sperimentale, riesce a fare immedesimare nelle dinamiche di Noctis e dei suoi amici, creando forse uno dei migliori party mai realizzato, il tutto condito da una colonna sonora veramente bella, realizzata dalla grandissima Yoko Shimomura.
Si ringrazia Koch Media per la copia utilizzata per recensire il titolo.