Viene un po’ il magone se ripensiamo al fatto che il titolo su cui ci soffermeremo nella recensione odierna è un rifacimento di un gioco nato originariamente per la Playstation 2 e che il suo esordio è avvenuto ormai 18 anni fa, nel lontano 2006. In quell’anno avevo 9 anni e adesso, a quasi 27 mi ritrovo a parlarvi del remake di Persona 3, denominato “Reload” e che ha stravolto l’originale gameplay per allinearsi al più recente Persona 5 che ha conquistato i cuori delle persone e ci ha insegnato a purificare quelli di una società giapponese ritratta come spesso non vediamo in film e serie tv, con tutti i suoi lati oscuri e le sue controversie.
L'ORA PIÚ BUIA
Il protagonista di Persona 3 Reload, il cui nome canonico è Makoto, è arrivato da poco alla scuola superiore Gekkoukan, nella città di Tatsumi Port Island. Così come in Persona 5, e in generale nei titoli di Atlus della saga, la vita del protagonista è un susseguirsi di eventi che ci catapulta in una routine fatta di lezioni scolastiche, serate spese al club e relazioni di amicizia da portare avanti nel corso della trama. La particolarità di questo capitolo è data dallo scoccare dell’Ora Buia, ossia un’ora -appunto- in cui la società si trasforma e gli umani che la popolano diventano Ombre maligne assetate di carne umana. I protagonisti della vicenda sono tenuti a indagare sul motivo di questa Ombra Buia e riportare la società al suo stato originario, così da salvare le vita di migliaia di persone. La Scalata del Tartaro sarà l’obiettivo principale del nostro party, che dovrà scalarla e liberarla dalle presenze che la popolano e che minacciano l’integrità della scuola,dove essa appare.
Come sempre, tra una missione e l’altra, l’avanzamento della trama è intervallato da momenti di socialità in cui è necessario stringere dei forti legami per migliorare le abilità delle proprie Personae per affrontare i dungeon più complicati.
LA SCALATA DEL TARTARO
Anche questo capitolo mantiene intatto il modo di narrare ed intrattenere di Atlus, che ci ha ormai abituati ad una gestione del tempo e della routine quotidiana quantomai serrata e da calcolare al secondo, soprattutto se vorrete intrattenere rapporti d’amicizia tra personaggi e accrescere le vostre social skills. Come anche in Persona 4 e 5, anche qui infatti alternerete le ore di vita quotidiana con i combattimenti, oggi ritoccati nella versione Reload per offrire un livello di intrattenimento ancora più alto che nella sua versione originale. Questi avverranno nella Scala del Tartaro che, per l’occasione, è stata rivisitata. Chi ha giocato l’originale sa quanto fosse ripetitivo immergersi in questo dungeon una volta presa familiarità con esso. Ebbene, in questo remake del 2024 le cose sono cambiate… ma non troppo. Esteticamente tutto ha subito un upgrade non da poco ma non basta per dirvi che il tutto risulta più scorrevole e meno “noioso”. Anche il gameplay delle battaglie ha subìto dei cambiamenti che le hanno portate a diventare più simili a quelle epiche e divertenti dell’ultimo capitolo della saga. Potrete quindi scegliere se lasciar attaccare in automatico i personaggi del vostro party o se prenderne le redini e guidarli alla vittoria, ma sempre gestendo con attenzione le risorse a vostra disposizione come gli oggetti da battaglia o la barra degli SP, fondamentali per la risoluzione dei combattimenti più ostici. Purtroppo questo remake ha però apportato altre modifiche che ci sembra abbiano facilitato ulteriormente le battaglie, tanto che nelle fasi più avanzate avrete a disposizione tecniche e Personae capaci di spazzare via con facilità le difese nemiche.
UN'ASSOLUTA GARANZIA
Di solito in questa parte delle nostre recensioni dedichiamo qualche parola alla colonna sonora e al comparto grafico. Nel caso di titoli come Persona, parlare di queste cose sembra quasi superfluo perché i titoli di Atlus ci hanno abituati ad una qualità davvero eccelsa e anche questo remake non fa assolutamente eccezione, anzi. Il motore grafico rende giustizia ai nuovi modelli, sia dei protagonisti, che delle loro Personae, che delle ombre. Per non parlare poi dei dungeon, adesso rivisti e abbelliti ulteriormente. Tutto in questo remake fa davvero sussultare la vista, incollandoci ad una visione fluida, colorata e spettacolare. Il mood generale poi è davvero magnetico, perché ogni ambientazione -dalla scuola ai vari piani del Tartaro- trasuda originalità e voglia di stupire, con atmosfere uniche che sapranno accompagnarvi nel corso delle innumerevoli ore (buie e non solo) di gioco.La colonna sonora poi è veramente eccezionale, con brani che sono già iconici e che i fan della serie non potranno fare a meno di inserire nelle loro playlist insieme a quelli di Persona 5 che tutti, nel corso di questi anni, abbiamo amato e ascoltato.
IN CONCLUSIONE
Dopo diverse ore di gioco non possiamo che consigliarvi di giocare al titolo, perché la qualità è davvero alta e se non avete mai giocato ad un gioco Atlus, è un ottimo punto di partenza. Persona 3 Reload non è un gioco perfetto, va detto, ma è un remake come ci auguriamo che ne verranno altri in futuro. Il livello è altissimo e operazioni commerciali di questo tipo consentono alle nuove generazioni di apprezzare titoli del passato resi più appetibili dai nuovi motori grafici e dalle nuove idee di narrazione e gameplay. Non abbiamo dubbi che la storia di Makoto e dei suoi compagni vi saprà tenere incollati allo schermo con la voglia di scoprire sempre di più sui misteri che avvolgono la trama di Persona 3 Reload. Buon divertimento!